L’emergenza climatica ha un impatto sulla salute delle popolazioni più fragili: lo rivela l’ultima indagine annuale sullo stato del rapporto tra clima e salute pubblicato da The Lancet, rivista scientifica britannica.
L’allarme è lanciato all’interno del rapporto da Medici senza Frontiere, l’organizzazione che offre assistenza sanitaria nelle aree critiche del mondo: i cambiamenti del clima, gli eventi climatici estremi e il degrado ambientale, dice l’organizzazione non governativa, contribuiscono ad aumentare la trasmissione di malattie infettive come la malaria, la febbre dengue e il colera.
Non solo, l’impatto dell’azione dell’uomo sull’ambiente avrebbe provocato anche la crescita dei casi di malnutrizione, dovuti alla scarsità d’acqua e all’insicurezza alimentare, di disidratazione acuta, causata alle ondate di caldo anomalo, e avrebbe anche “un forte impatto sulla salute mentale delle persone colpite”.
“Da anni – ha detto Carol Devine, responsabile dell’azione umanitaria sul clima e l’ambiente di MSF - siamo testimoni di come il cambiamento climatico stia aggravando le crisi sanitarie e umanitarie in numerosi contesti in cui operiamo”.
Proprio per questo l’organizzazione prenderà parte alla prossima COP26, la conferenza ONU sul clima che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, segnalando crisi umanitarie aggravate dai cambiamenti climatici come quella della Somalia, dove a 20 anni di guerra si è aggiunta una crisi alimentare che si protrae senza sosta, o dell’Honduras, dove i disastri climatici hanno devastato gli ospedali lasciando due milioni di persone senza cure. Ci sarà spazio anche per la positiva esperienza del Pakistan, dove invece è stata sfruttata l‘energia solare per rifornire il sistema sanitario in Belucistan.
Alessandro Martegani