Foto: Reuters
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Due quindi i comandanti di Hezbollah uccisi nel raid aereo israeliano contro la capitale del Libano: oltre a Ibrahim Aquil, ucciso anche Ahmed Wahabi, insieme ad altri 12 importanti militanti del gruppo.
Intanto il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, presieduto dalla Slovenia, ha condannato "le recenti esplosioni in Libano e in Siria". Secondo l'ambasciatore sloveno, Samuel Žbogar, "questo attacco senza precedenti ha ulteriormente destabilizzato la regione. Le esplosioni sono state coordinate in modo devastante, lasciando centinaia di persone ferite o morte, compresi bambini. Stiamo entrando in nuove circostanze pericolose", ha spiegato. Žbogar ha poi chiesto che i responsabili vengano puniti. Ha inoltre espresso preoccupazione per l'escalation delle tensioni lungo la cosiddetta linea blu tra Israele e Libano e indignazione per le conseguenze dei combattimenti per i civili.
Secondo l'alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk, si tratta di un approccio completamente nuovo nel campo della guerra. "Questa non deve diventare una nuova normalità. Le guerre hanno delle regole. La violenza può essere usata soltanto per obiettivi militari legittimi", ha aggiunto. Secondo le sue parole, "gli attacchi coordinati contro migliaia di individui, indipendentemente dalle circostanze, violano il diritto internazionale umanitario" e la diffusione deliberata del terrore tra i civili è un crimine di guerra. Türk ha quindi chiesto un'indagine internazionale indipendente sull'accaduto.
Il ministro libanese Abdala Bou Habib ha affermato che Israele è intenzionato a trascinare il Libano in una nuova guerra, l'ambasciatore israeliano Danny Danon ha al contempo rigettato le accuse di Habib precisando che Israele non ha intenzione di iniziare una guerra in Libano. Hezbollah si ritirerà dal confine con il Libano in un modo o nell'altro, ha aggiunto. Danon non ha rivendicato gli attacchi, ha pero' dichiarato che Israele farà di tutto per proteggere i suoi cittadini.