A poche ore dalla decisione di Vladimir Putin di riconoscere l'indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, e d’inviare truppe nella regione del Donbass, i governi occidentali preparano le sanzioni verso Mosca.
Il primo governo ad approvare delle sanzioni è stato quello di Londra: il premier britannico Boris Johnson ha accusato Putin di aver “stravolto completamente il diritto internazionale”, annunciando provvedimenti che “colpiranno il più duramente possibile gli interessi economici russi” e “gli interessi economici che hanno sostenuto la macchina da guerra russa”.
Sanzioni saranno decise e breve anche dagli Stati Uniti, mentre l'Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell ha convocato a Parigi un Consiglio Affari esteri d'urgenza per assumere delle “decisioni sulla risposta europea” alle ultime mosse della Russia. “'L'attacco unilaterale all'integrità territoriale dell'Ucraina e la totale violazione del diritto internazionale da parte della Russia giustifica nuove, severe, sanzioni'”, ha confermato su Twitter la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
"Ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass" è stata espressa dal premier italiano Mario Draghi, che ha parlato di "un'inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell'integrità territoriale" dell'Ucraina..
Anche la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, convocato d’urgenza, non ha registrato dei passi in avanti: Mosca ha assicurato di essere aperta a “una soluzione diplomatica”, ma “non permetteremo un nuovo bagno di sangue” nel Donbass, ha spiegato l’ambasciatore russo all'Onu Vassily Nebenzia, accusando i paesi occidentali di essere “pronti a seppellire” gli accordi di Minsk.
L'ambasciatore degli Stati Uniti all'ONU Linda Thomas-Greenfield ha invece chiesto il rispetto “della sovranità e dell’integrità territoriale dell'Ucraina.
Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari politici Rosemary Di Carlo ha definito “reale” il rischio di un grande conflitto, che deve essere prevenuto a tutti i costi”, ha aggiunto, confermando “il pieno impegno a lavorare per una soluzione diplomatica”. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov tramite un portavoce si è detto “ancora pronto a incontrarsi con il segretario di Stato americano Antony Blinken: un incontro tra Blinken e Lavrov era già previsto per giovedì a Ginevra.
Per ora però i toni e i fatti non fanno ben sperare in una soluzione diplomatica: nel discorso al paese Putin ha affermato “l'Ucraina ha perso la sua sovranità”, diventando serva “dei padroni occidentali”, e accusato la Nato di essere già presente sul territorio ucraino, minacciando così la sicurezza della Russia..
"Non abbiamo paura della Russia", ha replicato il presidente ucraino, Volodimyr Zelensky, ribadendo che gli ucraini non cederanno "un solo pezzo" del Paese. "Riconoscendo le due repubbliche - ha aggiunto - Mosca ha violato la nostra sovranità".
Le truppe russe intanto hanno già passato il confine con l’Ucraina: colonne di blindati sono state segnalate dall'agenzia Interfax nella Repubblica di Donetsk.
Due soldati ucraini intanto sono rimasti uccisi e altri 12 sono rimasti feriti la notte scorsa in seguito ai bombardamenti sulla linea del Donbass. Il governo ucraino ha denunciato 84 violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze appoggiate
dalla Russia, anche con l'utilizzo di armi vietate dagli accordi di Minsk.
Alessandro Martegani