Le conclusioni del vertice Nato al centro delle polemiche dopo che gli alleati occidentali hanno raggiunto un accordo su un'azione comune di contrasto alle politiche, spesso aggressive, di Pechino. La Repubblica popolare punta il dito contro la Nato e l'accusa di creare scontri invece di vedere razionalmente lo sviluppo della Cina. Una nota dell'ambasciata cinese presso l'Unione europea ha sollecitato i Paesi dell'Alleanza Atlantica a smettere con l'esagerare le varie forme di teoria della minaccia cinese e a non usare gli interessi legittimi e i diritti legali di Pechino come scuse per manipolare la politica del gruppo. Una reazione particolarmente forte soprattutto perché la Cina è stata per la prima volta identificata dalla Nato come potenziale minaccia; i leader dell'Alleanza si sono infatti detti preoccupati per l'espansionismo militare cinese, compreso lo sviluppo del suo arsenale nucleare, i cyberattacchi sempre più frequenti, l'attività di disinformazione e l'utilizzo di tecnologie sofisticate contro gli altri Paesi. Una minaccia che, secondo Pechino, non sussiste; le accuse degli alleati sono infatti da considerarsi una calunnia nei confronti dello sviluppo pacifico del Paese, un errore di valutazione della situazione internazionale e del proprio ruolo, ed è la continuazione di una mentalità da Guerra Fredda e della psicologia politica del gruppo.
Maja Novak