Nonostante un aumento della coscienza ambientale e gli sforzi per ridurre le emissioni e l’impatto dell’attività umana sul pianeta, l’umanità sta correndo “rischi colossali”.
Lo dice uno studio pubblicato dalla rivista scientifica “Nature” e riportato dall’agenzia Agi: secondo un gruppo formato da più di 40 ricercatori provenienti da tutto il mondo, in molti aspetti la Terra avrebbe già superato il punto di non ritorno e le modifiche generate dall’attività umana non sarebbero più recuperabili.
Secondo Johan Rockstrom, studioso, co-presidente della Commissione per la Terra, autore principale dello studio, l’umanità sta “mettendo a rischio la stabilità e la resilienza dell'intero pianeta”. Per la prima volta lo stato della salute planetaria non viene valutato solo “in termini di stabilità e resilienza del Sistema Terra, - ha aggiunto - ma anche in termini di benessere umano ed equità/giustizia”.
La nuova ricerca segna dei confini ambientali da non varcare per garantire sicurezza e giustizia nel sistema terrestre, rilevando come molti siano già stati varcati: “A meno che non si verifichi una trasformazione tempestiva - ha detto Rockstrom -, è molto probabile che punti critici irreversibili e impatti diffusi sul benessere umano saranno inevitabili”.
Fra le conseguenze ci sono ad esempio l'aumento dell'esposizione umana all'emergenza climatica, il declino della biodiversità, la scarsità d'acqua, i danni agli ecosistemi dovuti all'uso eccessivo di fertilizzanti e i danni alla salute causati dall'inquinamento atmosferico.
Alessandro Martegani