“Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale di essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo, ma mi rendo conto che l’azienda non potrà né prosperare né servire questo imperativo sociale nella sua forma attuale”.
Con queste parole Elon Musk, miliardario e ideatore di imprese come Tesla e Space X, ha annunciato di voler acquistare il 100 per cento delle azioni di Twitter, e di voler ritirare la società legata a uno dei social più popolari, dal listino di borsa. Musk aveva recentemente acquistato il nove per cento della società, ma ora punta a diventare l’unico proprietario, offrendo 54,20 dollari per azione, con un impegno complessivo di 43 miliardi di euro.
Il Ceo di Tesla, considerato l’uomo più ricco del mondo, ritiene di aver avanzato “la migliore e ultima offerta” possibile: in caso di un rifiuto, ha aggiunto, “dovrei riconsiderare la mia posizione come azionista”.
Per ora Twitter ha fatto sapere che esaminerà con attenzione l'offerta di Musk e risponderà nel "miglior interesse di tutti gli stockholder", ma intanto è già partito il confronto sul futuro del social network uno dei più grandi e importanti al mondo, con poco più di 200 milioni di iscritti, utilizzato anche da leader di stato, personaggi pubblici e famosi per comunicare decisioni fare commenti.
Secondo Musk Twitter avrebbe bisogno di essere trasformata in una società privata per tornare ad essere un mezzo di comunicazione imparziale, ma la mossa è stata letta anche come un tentativo di appropriarsi di un mezzo di comunicazione molto influente anche in vista delle prossime elezioni presidenziali: Twitter era stato determinante nell’attacco al Campidoglio ed era stato ampiamente utilizzato da Donald Trump fino a quando non era stato bloccato.
Un gruppo di investitori ha intanto proposto un’azione legale collettiva contro Musk, accusandolo di aver violato la legge “comunicando tardivamente il suo acquisto” del nove per cento, per evitare un aumento del valore delle azioni e poterne acquistare di più a un prezzo inferiore.
Alessandro Martegani