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Durante il dibattito, oltre alla questione relativa all'accordo di cessate il fuoco, verrà affrontata la crescente preoccupazione per la minaccia costituita dalle attività destabilizzanti di Hamas e dalle ambizioni nucleari dell'Iran. La prospettiva di un'acquisizione di armi di questo tipo da parte di Teheran è stata identificata come un rischio inaccettabile per la sicurezza regionale e internazionale. Di fronte a questa minaccia, Israele e gli Stati Uniti hanno ribadito la loro ferma determinazione a contrastare ogni tentativo di sviluppo iraniano in questo campo. Tuttavia, il Ministero degli Esteri ha categoricamente affermato che la Repubblica Islamica non cederà di fronte alle pressioni internazionali e difenderà con ogni mezzo il proprio programma nucleare, legittimamente finalizzato a scopi pacifici. Malgrado i fragili equilibri e le persistenti tensioni geopolitiche, si osserva un crescente rafforzamento dei legami tra il Presidente Donald Trump e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, a testimonianza di una solida alleanza strategica. Al fine di garantire una gestione efficace delle delicate negoziazioni in corso, il capo della Casa Bianca ha conferito al Premier israeliano pieni poteri decisionali, attribuendogli la l'autorità di adottare qualsiasi misura ritenuta opportuna per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Secondo quanto riportato dal Times of Isarel, Trump avrebbe esplicitamente affermato: "fai quello che vuoi." Tuttavia, non è stato specificato il momento preciso in cui tale delega è stata conferita. Nel frattempo, nel cinquecentesimo giorno dall'inizio del conflitto a Gaza, le famiglie degli ostaggi israeliani, stremate dalla sofferenza e dalla speranza di un ricongiungimento, hanno indetto un digiuno nazionale. Con l'accorato appello "Fateli uscire dall'inferno", i familiari dei detenuti intendono attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla drammatica situazione dei loro cari, ancora nelle mani del gruppo Hamas.
Alessia Mitar