Si tratta degli otto Paesi membri dell’Organizzazione per il Trattato di Cooperazione Amazzonica, che ha l’obiettivo di preservare questa vasta regione, che hanno firmato una dichiarazione congiunta per la creazione dell’Alleanza. L’Amazzonia non può più aspettare, e secondo il presidente Lula “non è una responsabilità solo del Brasile, ma di tutti”, parole che ha pronunciato per l’apertura del summit. Lula ha affermato di essere pronto a cooperare con i Paesi vicini per “difendere ciò che viene considerato un polmone della terra, indispensabile per l’abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra” che però da decenni ormai è soggetto di una grave deforestazione. Per raggiungere l’obiettivo prestabilito, la dichiarazione firmata dagli 8 Paesi ha fissato ben 113 punti di azione suddivisi in diversi capitoli, dei quali i più importanti riguardano anche la creazione di un Parlamento Amazzonico. Questo si occuperebbe del coordinamento di forze di sicurezza e intelligence nella lotta contro il crimine nella regione, attraverso la formazione di un Centro di Cooperazione Internazionale della polizia. A tal proposito, Lula ha voluto evidenziare più volte la necessità di operare congiuntamente per tutelare l’Amazzonia, punto che ha sottolineato riferendosi in particolar modo ai Paesi “ricchi” del mondo, spiegando che ciò significa “concedere i finanziamenti necessari per garantire una transizione ecologica dell’economia”. Gli otto Paesi che hanno firmato la dichiarazione e formato l’Alleanza amazzonica, hanno tanto lavoro in programma, e com’è stato dichiarato nella conclusione della dichiarazione, il passo successivo sarà la realizzazione del nuovo vertice, che si terrà nel 2025 in Colombia.
B.Ž.