Pechino prova a spegnere il focolaio di polemiche legate alle informazioni sulla situazione epidemiologica del paese, che hanno portato a raccomandazioni restrittive da parte dell'Unione europea per i passeggeri in arrivo dalla Cina, autorizzati viaggiare all'estero a partire da domenica prossima dopo 3 anni di chiusure.
La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha esortato i paesi a non imporre nuove restrizioni a chi arriva dalla Cina, chiedendo invece di "lavorare insieme per proteggere i normali movimenti delle persone". All'Organizzazione Mondiale della Sanità rivolge invece un invito a mantenere "una posizione scientifica, obiettiva e imparziale e a svolgere un ruolo attivo nella risposta globale alla sfida della pandemia".
La polemica con l'istituzione che si occupa di monitorare la salute pubblica globale nasce dopo le critiche del direttore generale, l'etiope Tedros Ghebreyesus accusato a inizio pandemia di essere troppo filo-cinese, che senza mezzi termini accusa Pechino di sottostimare la gravità dell'ondata di contagi da Covid nel Paese, in particolare nel conteggio dei decessi. Pechino sostiene invece di aver "condiviso informazioni e dati pertinenti e affidabili in modo tempestivo con la comunità internazionale", aggiungendo che l'epidemia "è sotto controllo". L'apparenza di una "stretta collaborazione" tra Cina e Oms è stata salvata da una riunione virtuale giovedì pomeriggio fra i responsabili della Sanità cinese e funzionari dell'Oms, ma la situazione rimane problematica. A inizio di dicembre, la Cina ha revocato la maggior parte delle misure contro il Covid che avevano protetto la popolazione dal virus. Da allora, il Paese sta affrontando la peggiore epidemia di casi, mentre gli ospedali e i crematori appaiono sovraccarichi.
Anche la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha insistito che "la Cina deve condividere in modo trasparente i dati sulla sua situazione attuale", accogliendo del resto con favore che il meccanismo di Risposta integrata alle crisi politiche (Ipcr) abbia dato una "forte raccomandazione" agli Stati Ue di introdurre l'obbligo di test Covid per i viaggiatori in arrivo che sono imbarcati in Cina. Misura già adottata dall'Italia, cui si è unita in queste ore la Germania.
Valerio Fabbri