Un giudice federale statunitense ha respinto la richiesta di Meta, la societa' madre di Facebook, di archiviare la causa intentatagli per monopolio, in quello che potrebbe rivelarsi un duro colpo giudiziario per il colosso del web. Il giudice Boasberg ha concesso alla Commissione Federale per il Commercio una nuova possibilita' per perseguire le sue accuse per la strategia con le acquisizioni di Instagram e WhatsApp, volte a ridurre o neutralizzare la concorrenza. L'azienda di Zuckerberg ha tentato di respingere le accuse, ma il giudice non ha accettato le argomentazioni. Nel luglio 2020 un altro giudice aveva respinto il caso indicando carenza di prove relative al monopolio, ma la Commissione ha presentato le rettifiche, causando il procedimento della causa. Instagram e' stato acquisito da Facebook nel 2012 per un miliardo di dollari, mentre WhatsApp e' stata comperata nel 2014 per 19 miliardi. Meta e' accusata, tra le altre cose, di impedire ai rivali l'accesso completo alla sua interfaccia di programmazione delle applicazioni. Il cofondatore ed ex socio di Zuckerberg aveva gia' nel 2019 denunciato lo strapotere di Facebook, invitando a smembrare la societa'. La causa ad alto profilo promossa dalla Commissione rappresenta una delle piu' grandi sfide che il governo statunitense ha portato contro una compagnia tecnologica negli ultimi decenni e viene seguita da vicino da Washington, che intende prendere provvedimenti sul potere fuori controllo delle compagnie. La Commissione aveva iniziato il lavoro di controllo sui giganti web nel corso del mandato presidenziale di Trump. Riguardo al lavoro del pubblico ministero Khan, Boasberg ha evidenziato che, nonostante abbia espresso il suo punto di vista sul potere di monopolio di Meta, cio' non dimostra la personale animosita' o conflitto d'interesse che ha squalificato alcuni pubblici ministeri nel passato.
Franco de Stefani