"Le violenze sono un atto premeditato di Hamas, per ottenere potere politico", ha affermato l'ambasciatore israeliano, Gilad Erdan, spiegando che si tratta di manovre di politica interna tra i palestinesi, perché il presidente, Mahmoud Abbas, ha rinviato le elezioni.
Hamas, che tiene sotto controllo la Striscia di Gaza, afferma che gli attacchi missilistici contro Israele sono la risposta ad un'incursione delle forze di sicurezza israeliane nell'area della moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, in mezzo alle tensioni per lo sgombero delle famiglie palestinesi dalla città.
Erdan ha ringraziato gli Stati Uniti per il supporto e chiesto all'ONU di condannare Hamas che "punta contro i civili, Israele si scaglia invece contro i terroristi", evitando il più possibile vittime civili. Tra i circa 200 palestinesi morti negli attacchi aerei ci sono anche 55 bambini, dalla parte israeliana finora si contano una decina di vittime.
Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad al Maliki, ha accusato Israele di perseguire una politica di apartheid e crimini di guerra. Al Maliki ha espresso rammarico per le vittime israeliane, ha però chiesto al Consiglio di sicurezza di tenere conto dell'equilibrio di potere: "Israele dice sempre di doversi difendere e chiede al mondo di mettersi nei suoi panni, veste però panni militari", ha aggiunto.
Il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha condannato le violenze e invitato entrambe le parti a cessare immediatamente il fuoco, che potrebbe causare una grave crisi umanitaria e rafforzare l'estremismo non soltanto nelle aree palestinesi occupate ma in tutto il Medioriente.
E. P.