Secondo alcune fonti iniziali, sembrava che per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Cina e India avessero condannato Mosca come aggressore, notizia trapelata a seguito di un messaggio di Josep Borell, l’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La risoluzione non riguardava nello specifico la guerra in Ucraina, ma nelle premesse si legge che “considerando ugualmente che le difficoltà senza precedenti che l’Europa deve attualmente affrontare in seguito all’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina, e contro la Georgia in precedenza, richiedono una cooperazione rafforzata tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa”. Il via libera del testo della risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu è stato approvato la scorsa settimana con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni, ma tempestivamente alcune fonti diplomatiche hanno chiarito la situazione: le due superpotenze, India e Cina, hanno votato a favore della risoluzione, ma si sono astenute sul paragrafo riferito alla "aggressione russa”, chiarendo di fatto la loro posizione e il loro pensiero a riguardo.
L’invasione russa dell’Ucraina continua a causare vittime, e in particolare l’offensiva dei russi in Donbass, definita un “fallimento”, è costata 100mila morti o feriti in solo 5 mesi di guerra. A riguardo però il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha dichiarato che Mosca non è riuscita a “conquistare alcun territorio strategicamente significativo”. Ma negli ultimi giorni sono giunte anche delle notizie riguardo una possibile “missione di pace del Vaticano” per porre fine al conflitto. Dopo la visita in Ungheria di Papa Francesco, quest’ultimo ha parlato diverse volte della sua posizione sulla guerra in Ucraina, ribadendo la volontà della Santa Sede di cercare una mediazione tra le due parti. Ma è veramente iniziata una missione di pace? Pare di no, in quanto sembra che il presidente ucraino Zelensky non abbia “acconsentito a tali discussioni, e se stanno avvenendo dei colloqui” sono a loro insaputa. A questo punto, l’unica cosa che si attende è la famosa controffensiva ucraina di primavera, che potrebbe essere decisiva per il conflitto. Kiev, infatti, ha fatto sapere di aver già costituito otto nuove brigate d’assalto che vi prenderanno parte, per un totale di 40 mila soldati che però hanno ancora bisogno di addestramento.
B.Ž.