La misura discussa da Giorgia Meloni era già stata prevista nelle prime bozze del decreto sul contrasto all’immigrazione irregolare, che venne però depennata prima del varo del testo definitivo da parte del Consiglio dei ministri a Cutro. Ipotesi che ha coinvolto anche l’Unione europea, infatti la portavoce della Commissione ha confermato che l’introduzione di maggiori controlli marittimi è un obiettivo condiviso da tutti, soprattutto perché “i trafficanti di migranti sono persone sconsiderate che si stanno arricchendo alle spalle della disperazione e dei rischi che si assumono i migranti per raggiungere l’Europa”.
Nel frattempo, si è verificato un nuovo naufragio nelle acque libiche. Come riportato dalla Guardia costiera italiana, trenta sarebbero i migranti dispersi e diciassette quelli soccorsi. La Libia riceverà sostegno europeo, come ha assicurato la portavoce della Commissione, Dana Spinant, “per stabilizzare la situazione e potenziare le loro capacità di gestione delle frontiere”, e inoltre “arriveranno altre imbarcazioni” alla Guardia costiera libica. È stato anche sottolineato che l’Europa non avrebbe potuto fare nulla per evitare il recente naufragio, in quanto la missione navale di sicurezza e difesa comune a cui aderiscono 23 paesi dell’UE, è stata progettata principalmente per vigilare sull’applicazione dell’embargo Ue sulle armi alla Libia, e il suo obiettivo secondario è condurre, quando necessario, operazioni di ricerca e soccorso. Ma in ogni caso, questo tipo di operazioni in acque libiche, sono autorizzate solo per le imbarcazioni del territorio.
Da Bruxelles, intanto, si apprende che al prossimo Consiglio europeo non sono previste “nuove conclusioni” sul tema migranti, ma solamente una “discussione tra i leader” che verranno aggiornati su quanto fatto in queste settimane dalla Commissione e dalla presidenza di turno svedese.
B.Ž.