La Corte Suprema americana ha deciso di mantenere in vigore il cosiddetto "titolo 42", la disposizione sanitaria di emergenza introdotta da Donald Trump che consente al governo americano di espellere senza possibilità di appello centinaia di migliaia di migranti che attraversano illegalmente la frontiera con il Messico.
Con cinque voti a favore e quattro contrari, la richiesta di diciannove procuratori generali repubblicani è stata accolta, ed è stata programmata per il mese di febbraio un’udienza per ascoltare le loro motivazioni. Ciò significa che le restrizioni continueranno ad essere in vigore almeno fino a marzo o aprile 2023. Nonostante il “titolo 42” sia una misura sanitaria, i repubblicani ritengono che sia uno strumento essenziale per controllare l’immigrazione, e la sua applicazione, dall’inizio del 2020, ha consentito alle autorità americane di allontanare milioni di migranti. Secondo gli oppositori invece ciò va contro gli obblighi americani e internazionali nei confronti delle persone che per sfuggire alle persecuzioni fuggono negli Stati Uniti.
La reazione di Washington alla decisione della Corte Suprema è stata tempestiva. L’amministrazione Biden aveva chiesto di respingere le richieste di mantenere le restrizioni in vigore affermando che “la soluzione al problema dell'immigrazione non può essere l'estensione di una misura che tutti noi sappiamo essersi spinta oltre la giustificazione sanitaria". A riguardo, la portavoce della Casa Bianca ha spiegato che “il titolo 42 è una misura sanitaria e per risolvere i problemi del sistema dell’immigrazione c’è bisogno che il Congresso approvi un’ampia riforma come quella proposta dal presidente Biden”. Ha concluso dicendo che la decisione verrà rispettata ma che allo stesso tempo ci si deve preparare “a gestire il confine in modo sicuro, ordinato e umano per quando il titolo 42 sarà abolito”.
B.Ž.