Una Bonifika Arena blindata ha accolto i beniamini del pubblico capodistriano, i cestisti della nazionale guidata da coach Aleksander Sekulić.
Le misure di sicurezza imposte per l'ingresso al palazzetto prevedevano controlli che impedissero striscioni e bandiere, salvo quelle Slovene, per prevenire eventuali azioni contro la squadra israeliana.
Prima della partita una decina di persone, la maggior parte provenienti da Trieste ed appartenenti al Comitato No Green Pass, ha manifestato davanti agli ingressi dell'impianto sportivo, con striscioni contro il genocidio palestinese e contro il sionismo ed in favore della Palestina libera, bandiere della Palestina e della pace.
Durante l'esecuzione degli inni nazionali, quando è riecheggiato quello israeliano nessuno ha fischiato ma alcune persone si sono girate dando le spalle ed una ragazza ha percorso gli spalti stendendo una kefiah sotto l'occhio vigile degli addetti alla sicurezza.
Inizia la partita, ma i cestisti sloveni sembrano essere rimasti negli spogliatoi: in 8 minuti e mezzo segnano appena due punti, sbagliando ben 11 tiri da tre e non trovando alcun altro tipo di soluzione che non sia il tiro da fuori. Nemmeno l'ingresso di Prepelič sembra servire. Nell'ultimo minuto e mezzo del primo quarto arrivano però la bomba di Čebašek, un libero di Prepelič ed un canestro da sotto di Hrovat che rendono il parziale meno amaro: 20 ad 8 per Israele, trascinato da Madar (9 punti).
Nel secondo quarto la Slovenia aggiusta la mira e registra la difesa ed arrivano 12 punti quasi immediati con due bombe di Stergar e due giochi con fallo subito di Dimec che sigla anche i liberi. Si va all'intervallo lungo sul 40 a 37 per la compagine di coach Sekulić.
Il secondo tempo si apre sulla scia di quello appena concluso, con Hrovat e Prepelič a guidare la squadra, sia con fruttuose iniziative personali, sia coinvolgendo i compagni.
Ma è sugli spalti che inizia un nuovo match, protagonisti una decina di contestatori filopalestinesi e gli addetti alla sicurezza. Appaiono delle bandiere Palestinesi, che gli steward strappano dalle mani dei manifestanti; la stessa fine la fa uno striscione contro il genocidio a Gaza. Da quel punto in poi continuano costantemente, fino alla fine della partita, le provocazioni di una decina di manifestanti contro la sicurezza.
Tra esibizioni di altre bandiere palestinesi, di kefiah, di cartelli contro Israele e di fogli con disegnata una fetta d'anguria, simbolo che sta a rappresentare la bandiera della Palestina, un uomo viene anche portato via di peso. Da registrare che non c'è però stato nessuno scontro fisico e nessun momento di tensione che potesse far pensare ad atti di violenza.
Intanto sul campo continuava la buona prestazione della Slovenia, che senza perdere la concentrazione e ruotando tutti gli effettivi, ad esclusione di Tibor Mirtič, vince con il risultato di 88 a 79.
Secondo successo in due partite e per la seconda volta Klemen Prepelič finisce come miglior marcatore: questa volta 21 per lui, ma da segnalare anche i 20 di Mike Tobey (per lui anche 12 rimbalzi) ed i 16 di un grintosissimo Hrovat
Per Israele 19 punti di Madar e 17 di Ginat.
Davide Fifaco