NO alla sede dislocata del Centro per i richiedenti asilo di Lubiana nel Parco regionale di Punta Grossa. Non è il luogo adatto - lo stabilisce anche il neo decreto di costuituzione del parco naturale. Il Comune di Ancarano si dice costretto ad agire per vie legali per chiedere l'annullamento del cosiddetto piano di contingenza del Governo che prevede tra gli altri la sistemazione di un massimo di 120 migranti, il 17 percento del totale, presso l'ex centro ricreativo della polizia a Punta Grossa nel caso si verificasse un aumento del numero di richiedenti asilo.
Il Comune un mese fa aveva indirizzato all'esecutivo una richiesta di modifica del piano, ad oggi ancora nessuna risposta o comunicazione ufficiale, si legge, nè dal Governo, nè dall'Ufficio per l'integrazione dei migranti che preferisce "rispondere ai singoli politici" che rivolgesri alla cittadinanza, tenendo conto che si tratta di un tema molto sensibile. Da qui la decisione della municipalità di rivolgersi ai tribunali. Il comune non ha partecipato alla stesura del nuovo piano di contingenza, entrato in vigore nel mese di luglio, nè informato in merito, si legge nel comunicato firmato dal sindaco.
Secondo il nuovo piano infatti l'ex centro ricreativo della polizia si trasforma in sede dislocata del Centro migranti di Lubiana allargando le sue capacità ricettive e modificandone le finalità. Il piano prevede un migrante ogni 27 abitanti, per le infrastrutture, la grandezza e la posizione geografica di Ancarano, scrive ancora il sindaco Gregor Strmčnik, sarebbe un onere troppo gravoso da sostene. Il comune si dice pronto a collaborare con gli uffici competenti in base alle proprie possibilità offrendosi per ospitare una giovane famiglia di migranti che ha già ottenuto la protezione internazionale nella Repubblica di Slovenia e seguirla nel processo di integrazione. (ld)