Se non ci sarà una risposta all'appello verrà annunciata la possibilità di "attivare i lavoratori". I sindacati rilevano che il dialogo si trova ad uno dei livelli più bassi dei suoi 30 anni di storia, e ricordano che nel luglio dello scorso anno i datori di lavoro hanno addirittura abbandonato il confronto all'interno del Consiglio economico-sociale. Al governo viene rimproverata la mancanza di impegno per rivitalizzare il ruolo di questo istituto predisposto al confronto tra le parti sociali. "Al contrario: proposte di legge e altri documenti, salvo rare eccezioni, non si armonizzano più. In queste rare occasioni, come avvenuto ultimamente con la proposta di modifica della legge sui registri dell'orario di lavoro e sulla tutela sociale, l'esecutivo mostra un fondamentale fraintendimento dell'essenza del dialogo sociale. Le riunioni, che si tengono periodicamente al Ministero del Lavoro, la famiglia, gli affari sociali e le pari opportunità, sono prive di contenuto e gli accordi su come proseguire il lavoro e il confronto rimangono lettera morta", sono critici i sindacati.
Tra gli appunti mossi al premier quello di ignorare gli inviti a rilanciare il ruolo del Consiglio economico-sociale, trovando invece tempo a disposizione per incontrare a più riprese i rappresentanti degli industriali, concordando e istituendo organismi di lavoro dai quali i sindacati vengono totalmente estromessi. Un trattamento iniquo, giudicato inaccettabile, che non può contribuire al ripristino della normale attività del Consiglio; un comportamento del governo e di singoli dicasteri, così ancora i sindacati, che dimostrano come in Slovenia venga data la precedenza ai gruppi di pressione piuttosto che privilegiare un efficace dialogo che coinvolga a pari diritto governo, datori di lavoro e sindacati.
Delio Dessardo