Filo conduttore del Triestebookfest 2019 sono quest'anno le “storie di sogni possibili”. E chi meglio del fisico Federico Faggin può dare un'interpetazione di questo formidabile motore per l’agire umano. Il fisico vicentino trapiantato a Palo Alto, in California, viene definito lo Steve Jobs italiano per aver sviluppato, tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, la tecnologia fondamentale per la nascita del microchip. Tutto questo nell'autobiografia recentemente pubblicata da Mondadori con il titolo di “Silicio”. Di tutt’altro genere sarà la testimonianza di Mario Calabresi, giornalista ex direttore di Repubblica, che in “La mattina dopo” (Mondadori, 2019) parte da un sogno ricorrente per arrivare a una lezione importante: non si può cambiare ciò che è successo, bisogna fare pace con il passato perché la rabbia non serve a nulla. Fino a domenica 20 ottobre il ricco programma di Triesteboofest proporrà presentazioni e incontri con gli autori, reading, concerti, laboratori per i più piccoli, passeggiate letterarie. Oltre a Federico Faggin e Mario Calabresi, ci saranno Simonetta Agnello Hornby, Fabio Magnasciutti, Matteo Bussola, Elisabetta Rasy, Gabriella Greison, Paolo Rumiz e molti altri. L'idea è di raccontare, insieme a tanti ospiti e come sempre attraverso i libri, le storie di chi ha inseguito un sogno, superando gli ostacoli che la vita gli ha messo di fronte, di chi non si è arreso davanti al dolore e alla fatica, di chi ha perso tutto ma è riuscito comunque a ritrovarsi, di chi aveva un progetto e lo ha realizzato, spiegano le organizzatrici della manifestazione Loriana Ursich, Daniela Derossi e Angela Del Prete.
Miro Dellore