“Prima di tutto posso dire che per me la Comunità significa più persone. Io come presidente ero solo un'icona, responsabile della questione finanziaria e dei progetti che abbiamo. Tutt'altro invece è la parola comunità, che dice tutto. La gente manca, non viene, non collabora. Ho chiesto tante volte aiuto, mi dicevano “sì, verrò” e poi non sono venuti. E le cose, se si fanno, si fanno bene, altrimenti è meglio non farle. Penso sia giusto dare la possibilità ad altre persone che hanno tempo, magari a qualcuno che si sente capace di prendere in mano la Comunità e gestirla come si deve. Se si farà una lista nuova e se mi chiederanno di rimanere nel direttivo, io posso dare il mio contributo perché comunque sto in comunità col cuore, però non ho tempo di prendermi questa responsabilità ed essere la presidente. Ho la famiglia, ho due bambini piccoli e voglio dedicarmi a loro, voglio dedicarmi alle cose che facevo ancor prima in comunità e del canto. So che in questo posso dare il mio meglio, e quando ho ricoperto il ruolo di presidente della CI Dante Alighieri, non avevo abbastanza tempo da dedicare alle mie cose personali, alla famiglia, al mio lavoro. Io volevo andare avanti per questo mandato, ho detto stringo tutto, tutta la mia vita per andare avanti, però nel direttivo c'erano anche altre persone che non avevano tempo e hanno deciso di rinunciare al ruolo.”
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