
"Uno dei politici che più hanno compreso la realtà della Comunità Nazionale Italiana," ha detto in apertura il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul, presentando l’ospite di questa giornata Carlo Giovanardi, con il quale, ha spiegato, è iniziata un anno fa a Vieste una riflessione riguardo i diritti della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, e di quelle slovene e croate in Italia.
“Io sono qui a parlare a casa mia, perché siamo tutti parte dell’Unione europea”, ha dichiarato Giovanardi, che con questo spirito ha deciso di promuovere questa iniziativa volta a “dimostrare che non è assolutamente detto che le tragedie del passato debbano ripetersi”, nonostante la situazione difficile nella quale versa l’Europa con la guerra in corso in Ucraina. Giovanardi propone, quindi, di sviluppare ulteriormente insieme a sloveni e croati il modello di convivenza pacifica tra i popoli che caratterizza queste terre.
“Questo modello di convivenza, di rispetto delle minoranze linguistiche autoctone croate e slovene in Italia e italiane in Croazia e in Slovenia, può servire come esempio per tutto il mondo, perché nonostante la Seconda guerra mondiale e i terribili eccidi che ci sono stati nell’ex- Jugoslavia siamo riusciti a costruire una generazione di pace e un futuro di pace”, spiega Giovanardi, che sottolinea che proprio perciò “le minoranze linguistiche non sono qualcosa da cancellare, ma una realtà da valorizzare”.
Una sfida, ha detto Tremul, che l’Unione italiana è pronta a cogliere, anche per la sua storia che da sempre la vede protagonista nella definizione dei diritti della CNI sia in Slovenia sia in Croazia. Una delle prime cose da fare, secondo lui, potrebbe essere “portare una proposta di risoluzione al Fuen”, la federazione delle minoranze europee.
Il presidente della CAN costiera, Alberto Scheriani, ha ricordato le difficoltà del passato quando c’erano ancora i confini e il lavoro fatto per costruire una società aperta, che non innalzi i muri. Fondamentale per lui sottolineare il concetto di “autoctonia” quando si parla di minoranze. In questi anni “siamo riusciti” a far valere i nostri diritti, ma per questo non deve venire meno la nostra attenzione e l’impegno per costruire modelli di questo tipo volti a “costruire la pace”.
Barbara Costamagna