"...mi viene in mente che la bandiera italiana sul balcone di Radio Fiume oggi dovrebbe esser messa a mezz'asta, visto che è la giornata della liberazione di Fiume dai fascisti...". Queste le parole del giornalista di radio Fiume, Robert Ferlin, non nuovo a dichiarazioni di intolleranza verso gli italiani, pronunciate lo scorso 3 maggio, nel giorno in cui si commemora la liberazione della città nel 1945, che hanno portato alla dura reazione dei rappresentanti della Comunità Italiana locale e non solo.
Tra i firmatari della lettera aperta alle istituzioni, affinché ci sia un provvedimento contro queste dichiarazioni, anche il presidente della Giunta esecutiva dell'Unione Italiana nonché cittadino fiumano, Marin Corva, cha da noi interpellato, ha dichiarato:
"Siamo rimasti veramente basiti e feriti da questa dichiarazione, perché, in effetti, il giornalista ha equiparato gli italiani ai nazi-fascisti. Si tratta di un'assurdità totale, considerato il fatto che nei movimenti antifascisti hanno combattuto e contribuito anche con la propria vita tantissimi connazionali, tantissimi italiani, ovviamente anche in tutta la vicina penisola. Abbiamo reagito subito perché non è la prima volta che questo giornalista, molto conosciuto in Croazia, che ha molto spazio pubblico, fa dichiarazioni contro l'Italia e contro la Comunità Nazionale Italiana. Abbiamo agito a tutti i livelli, informando ovviamente la dirigenza della Radio Televisione nazionale croata e tutti i rappresentanti istituzionali. Abbiamo inviato la comunicazione per conoscenza anche al l'onorevole Furio Radin; insomma abbiamo avvisato un po' tutti con una lettera firmata congiuntamente dai rappresentanti dell'Unione Italiana, dalla Comunità Italiana di Fiume, dal Consiglio della Regione litoranea-montana e dal Consiglio della città di Fiume, dunque da tutte le istituzioni che operano in qualche modo nella zona del fiumano che ovviamente rappresentano la Comunità Nazionale Italiana. Penso che questa sia veramente non solo una vergogna per la radio di Fiume, ma per tutta la Croazia, un Paese nel quale operano diverse minoranze nazionali, un Paese dove la nostra componente italiana è autoctona e vive da secoli, quindi non deve in alcun modo venire meno il rispetto nei nostri confronti, nei confronti di tutti i connazionali".
Davide Fifaco