Il cinema sloveno resta sottofinanziato, ma vive un momento di grande creatività. Basti pensare all'ultima edizione del festival di Portorose, lo scorso autunno, con oltre una cinquantina di film, tra cui sei lungometraggi di fiction: secondo gli addetti ai lavori, un'annata record, con molti titoli interessanti, sia di produzione slovena che in coproduzione con altri Paesi.
A Gorizia, un tris di proiezioni in programma dal 7 aprile al Kinemax, consente invece di scoprire o riscoprire alcuni classici. Piccoli gioielli presentati in versione restaurata e digitalizzata come l'inaugurale "La valle della pace" diretto nel 1956 da France Štiglic, uno dei primi classici del film di guerra jugoslavo, premiato l'anno successivo a Cannes per la migliore interpretazione maschile. Il riconoscimento andò all'attore John Kitzmiller, che nel film interpreta il ruolo di un pilota di un aereo americano abbattutto dai tedeschi. Il 21 aprile, sempre con sottotitoli in italiano, un altro film di Štiglic, "Quella bella giornata", del 1962, ispirato a un racconto dello scrittore Ciril Kosmač e ambientato in un paesino alle pendici del monte Nanos all'epoca dell'occupazione italiana. Alla realizzazione della pellicola presero parte molti degli abitanti del luogo.
Infine, il 28 aprile, a concludere la selezione proposta da Kinoatelje, "La festa del funerale", diretto nel 1969 da Matjaž Klopčič, altro grande nome della cinematografia slovena. Il film, che ottenne un premio speciale per l'"originale regia" al festival del cinema jugoslavo di Pola, è una storia di amore e di morte in tempo di guerra e vede fra i protagonisti un allora ventitreenne Rade Šerbedžija, attore croato destinato a una importante carriera internazionale, che ha lavorato con registi della statura di Mančevski, Rosi e Kubrick, e ancora in attività.