Locandine, articoli, foto, copioni originali, e poi costumi, scenografie, quadri ... L'immenso materiale dell'archivio personale del Nobel Dario Fo e di sua moglie Franca Rame ha trovato una nuova sede, e dall'Archivio di Stato di Verona si trasferirà a Pesaro, negli spazi della Rocca Costanza, ex carcere di origine rinascimentale e già luogo di eventi culturali, che una volta ristrutturata grazie ai fondi del ministero della Cultura (quasi otto milioni di investimento) ospiterà il museo intitolato alla celebre coppia. È una bella notizia, dopo che nei mesi scorsi gli eredi avevano lamentato la scarsa attenzione per quello straordinario patrimonio e polemizzato con il ministro Franceschini, accusato di aver "preso per i fondelli Dario Fo", perché la soluzione a suo tempo trovata a Verona - aveva affermato il figlio Jacopo - " non è mai decollata". Proprio per questo la Fondazione Fo Rame aveva anche lanciato una campagna con gli appelli di tante personalità della cultura e dello spettacolo e una richiesta precisa: trovare una sede idonea per far vivere l'archivio, al momento pochissimo valorizzato e perfino difficilmente visitabile.
Ora, come si diceva, la svolta positiva e l'annuncio della nascita di un centro museale dedicato ai due artisti a Pesaro, città a cui Dario Fo è stato legato per le regie delle opere del festival rossiniano. Circa i tempi di realizzazione, per la riqualificazione della struttura individuata, ci vorrà almeno un anno. "Dario Fo e Franca Rame sono stati un punto di riferimento per il mondo della cultura. Un esempio di impegno civile e politico. Sarà un privilegio ospitare a Pesaro un pezzo di storia del nostro Paese", ha dichiarato il sindaco Matteo Ricci. Il progetto è parte delle iniziative promosse dalla città marchigiana nell'ambito della propria candidatura, tra le dieci finaliste, a Capitale italiana della cultura 2024.