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Tre giorni per celebrare Igo Gruden, uno dei maggiori rappresentanti della poesia slovena nel periodo fra le due guerre mondiali, a settant'anni dalla scomparsa, avvenuta a Lubiana nel 1948. E' l'iniziativa, a cura del circolo culturale a lui intitolato, che animerà fino a domenica il paese vecchio di Aurisina, dove il poeta nacque nel 1893 da famiglia benestante, che vi era comproprietaria di una cava di pietra, e dove un busto oggi lo ricorda. Laureato in giurisprudenza a Praga, di professione avvocato, Gruden fu autore di diverse raccolte poetiche pubblicate a partire dagli anni Venti, ispirate al paesaggio carsico, alla vita quotidiana e alle condizioni sociali della popolazione slovena del territorio, e di una 'cronaca in versi' della durissima esperienza della deportazione, uscita nel 1945. Con l'avvento del fascismo il poeta si era trasferito a Lubiana, e qui dopo l'occupazione della Jugoslavia difese in tribunale, spesso d'ufficio, diversi antifascisti, collaborando allo stesso tempo con il Fronte di Liberazione. Arrestato nel 1942, fu internato nei campi di prigionia italiani di Visco e di Chiesanuova, per passare infine a quello dell'isola di Arbe. Della reclusione parlò nel diario poetico intitolato "In esilio", che nel 1947, l'anno prima della morte, gli valse il prestigioso Premio Prešeren, ancora oggi il più importante riconoscimento sloveno in ambito culturale. Sono, quelle della raccolta, poesie che si segnalano per il senso di umana solidarietà che accomuna compagni di sofferenza, carcerieri e nemici, senza alcuna traccia di odio o di violenza, in una visione di amore universale. A riproporre i versi di Igo Gruden saranno stasera gli alunni delle scuole di Aurisina, nel recital che apre la tre giorni in suo onore. (o.r.)
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