"Un'artista che per anni aveva subito violenze d'ogni genere meritava uno scritto che potesse ridare dignità e valore non solo alla sua pittura, ma soprattutto al suo essere donna", così spiega Lino Marrazzo, autore e regista di "Artemisia Gentileschi - L'incontro", al debutto stasera nel cartellone dello Stabile sloveno di Trieste. Dopo l'omaggio a Coco Chanel, icona di stile e simbolo di emancipazione femminile, la nuova produzione del teatro di via Petronio affronta in maniera anche più diretta la questione di genere portando in scena la storia della celebre pittrice barocca romana. Una donna che con determinazione si fa strada in un mondo pensato esclusivamente per gli uomini, che subisce da giovanissima uno stupro e poi un doloroso processo che dovrebbe renderle giustizia durante il quale viene pubblicamente umiliata e torturata, ma che nonostante tutto riesce con coraggio e passione a riscattare sé stessa, con l'affermazione di un'identità forte di artista e imprenditrice. Di Artemisia, interpretata nello spettacolo (come di consueto sovratitolato in italiano) da Nikla Petruška Panizon, Marrazzo vuole analizzare soprattutto il rapporto con il padre Orazio (Vladimir Jurc), a sua volta apprezzato pittore, e responsabile di quell'incontro che segnerà indelebilmente la vita della giovane donna. Proprio fra le pareti di casa, infatti, Artemisia viene violentata all'età di diciott'anni dal suo maestro Agostino Tassi.
Alla pièce sulla vicenda tormentata della grande artista, lo Stabile sloveno abbina una mostra che viene presentata per la prima volta a Trieste, "Com'eri vestita?", installazione che vuol far riflettere sui pregiudizi persistenti nei confronti delle donne vittime di abusi. Repliche fino al 20 giugno.
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