Per gli editori e per tutti gli operatori professionali La Fiera del libro per ragazzi di Bologna è la più importante manifestazione fieristica di settore, il momento dell'anno in cui analizzare lo stato dell'arte in questo comparto dell'editoria. Già all'edizione dell'anno scorso la grande kermesse bolognese aveva dato prova di grande vitalità e immaginazione. Quello della letteratura per l'infanzia era -fino all'emergenza coronavirus- un settore che non aveva conosciuto crisi, anzi era in piena espansione. Proprio l'anno scorso la Fiera di Bologna aveva consolidato il suo ruolo di leadership, anche grazie a collaborazioni con mercati importanti per l'editoria mondiale quali Stati Uniti e Cina, mentre per quest'anno era atteso quale new entry il mercato della Russia. Tutto inevitabilmente rimandato. La 57-esima edizione si farà l'anno prossimo, dal 12 al 15 aprile. Il destino di questo appuntamento è condiviso con quello di altre decine di fiere. Se ci limitiamo al solo settore editoriale va da se, dati alla mano, che la situazione è tragica: quanto pubblicato in febbraio e marzo è andato bruciato, difficile da distribuire, fare arrivare in libreria, vendere. I grandi editori si salveranno, difficile invece che la miriade di piccoli editori, una nicchia importante anche nel fatturato complessivo, possa riprendersi. Certo, durante la quarantena, si cerca di promuovere le nuove edizioni sulla rete. Gli scrittori, gli editori, i librai si danno un gran d'affare per proporre la lettura on – line, tuttavia sul piano commerciale tutto questo non avrà un effetto tangibile, infatti quello dell'editoria è un meccanismo delicato e quando si guasta lascia dietro a se molte vittime, spesso innocenti. Il danno si farà sentire – osservano gli addetti ai lavori-anche dopo che l'emergenza sarà rientrata. Purtroppo. Ma a questo punto vorrà dire che il coronavirus sarà stato vinto, almeno temporaneamente. Non è poco. Per il resto si vedrà.
Miro Dellore