Era il 1872 quando a Trieste apriva al pubblico la Galleria d'arte moderna nel palazzo appartenuto al barone Pasquale Revoltella, che alla sua morte, avvenuta qualche anno prima (1869), l'aveva lasciato alla città insieme alla vasta collezione d'arte che conteneva, perché vi si potesse creare un "istituto di belle arti" rivolto all'educazione delle future generazioni. Grazie alla cospicua rendita disposta dal fondatore, in poco tempo la raccolta si arricchì notevolmente. Già alla fine dell'Ottocento vi figuravano celebri autori italiani, oltre a molti stranieri. Oggi le collezioni del Museo Revoltella contano cinquemila opere, tra dipinti, disegni e un'importante collezione di sculture, a cominciare da quelle commissionate in vita dallo stesso barone al milanese Pietro Magni.
Proprio dalle opere di questo grande artista prende il via la mostra che, fino ad aprile 2023, celebra i 150 anni dalla fondazione, "La scultura nelle raccolte del Museo Revoltella. Da Canova al XXI secolo", ricco e e multiforme percorso che si snoda attraverso tutti e sei i piani del museo. Tra i pezzi più rappresentativi, il bozzetto in gesso per la statua di Napoleone nelle vesti di Marte pacificatore di Antonio Canova, superstar del neoclassicismo, di cui ricorre il bicentenario della morte. Di grande valore e suggestione la sezione dedicata ai capolavori del Novecento italiano, con opere di Giacomo Manzù, Marino Marini, Emilio Greco; dei maestri del linguaggio informale Augusto Perez, Quinto Ghermandi e Agenore Fabbri; di Dino e Mirko Basaldella; di Arnaldo Pomodoro, di cui viene esposta una"Sfera", acquisto alla Biennale di Venezia del 1965.
Al terzo piano un altro artista di grande fascino: Marcello Mascherini, con alcuni lavori che testimoniano lo sviluppo stilistico di uno scultore triestino che è stato protagonista della scena artistica italiana della prima metà del Novecento ma anche attivo componente del Curatorio del Museo Revoltella.