Ieri presso l'Istituto Italiano di Cultura di Lubiana è stata inaugurata la mostra "Dario Fo, il Nobel giullare e la rivoluzione del teatro", con le fotografie di Roberto Villa.
Dalle domande del dottor Stefano Cerrato, addetto culturale dell'Istituto Italiano di Cultura, e dalle risposte del fotografo Roberto Villa, è nata un'interessante conversazione che ha ripercorso la vita e la carriera di Dario Fo, contestualizzata a livello storico, politico, artistico e comunicativo, anche attraverso l'ausilio di letture, fotografie, video, aneddoti e ricordi personali. È stata inaugurata cosi la mostra fotografica "Dario Fo, il Nobel giullare e la rivoluzione del teatro", che rimarrà presso l'Istituto fino al 22 Giugno.
Che cosa include la mostra? "Tre momenti storici - risponde Villa - del lavoro di Dario Fo. Il più importante, che tutti conoscono, è Mistero Buffo, con una serie di scatti dei primi periodi di realizzazione, risalenti agli anni '60 e '70. Poi c'è il lavoro svolto alla famosa Casa del Liberty di Milano, per esempio il lavoro su Fanfani. E poi l'ultimo lavoro del 2012, il Picasso Desnudo".
Perché un visitatore dovrebbe venire a vedere la mostra? "Credo che tutti - risponde Villa - quando vanno a vedere una mostra hanno due motivi fondamentali. Il primo è la curiosità di vedere le immagini. Il secondo è capire se le immagini lasciano qualcosa. Il lavoro di Dario Fo ha lasciato tante tracce, per cui potrebbe essere facile trovare elementi importanti anche nelle immagini esposte, benché fisse".