Per la stragrande maggioranza dei lettori, la fama di Milan Kundera, nato nella città ceca di Brno (nel 1929) ma naturalizzato francese, resta consegnata a quel libro, "L'insostenibile leggerezza dell'essere", il romanzo che, pubblicato nel 1984, quando lo scrittore risiedeva ormai in Francia da vari anni, è apparentemente incentrato sulle storie dei protagonisti, due uomini e due donne: in realtà la trama, ambientata sullo sfondo della Praga intorno al 1968, fornisce allo scrittore l'occasione per riflessioni significative su aspetti privati e pubblici della realtà contemporanea, ed è un pretesto per un'acuta ricostruzione dell'atmosfera degli anni Settanta. Successo planetario, l'opera era stata preceduta da altri libri che avevano avuto un'eco internazionale, a partire dal romanzo satirico "Lo scherzo", cronaca dolorosa di 16 anni di vita cecoslovacca, dall'immediato dopoguerra alla vigilia della primavera di Praga, un libro allora messo al bando in Cecoslovacchia, seguito da "La vita è altrove" e "Il valzer degli addii", opere magistrali che rivelarono da subito lo scrittore come un raffinato erede della grande letteratura mitteleuropea.
Più volte candidato al Premio Nobel, Milan Kundera, approdato in Francia nel 1975 da una terra per lui diventata invivibile, espulso due volte dal partito comunista per le sue idee liberali, estranee a quelle del regime del socialismo reale, ha goduto di un larghissimo apprezzamento anche in Slovenia. A lui e alle sue riflessioni sulla 'dolce morte' del Centro Europa hanno guardato negli anni Ottanta gli intellettuali che si interrogavano sulle sorti del popolo sloveno all'interno della Jugoslavia. E nel 2021 l'allora presidente sloveno Borut Pahor durante una visita ufficiale in Francia volle conferire allo scrittore la più alta onorificenza di Lubiana, l'Ordine al merito con serto d'oro, per essersi adoperato a favore della causa slovena nei momenti cruciali del processo per l'indipendenza della Slovenia.