Si dovrà aspettare qualche tempo per celebrare, a Firenze, l'anniversario dei 600 anni dall'inizio della costruzione della Cupola del Brunelleschi, avviata - con la posa della prima pietra - il 7 agosto 1420. Per questa importante ricorrenza l'Opera del Duomo aveva predisposto un calendario di festeggiamenti degno del meraviglioso monumento, la più ardua e audace impresa architettonica del Quattrocento e ancora oggi la più grande cupola in muratura mai realizzata, simbolo di Firenze nel mondo. L'emergenza sanitaria ha costretto alla sospensione delle iniziative in programma dal 16 aprile con il concerto inaugurale nella basilica di Santa Maria del Fiore, ma è confermata la data dell'8 settembre, quando per la prima volta saranno realizzate spettacolari proiezioni in 3D sull'esterno della Cupola, "ampla da coprire con sua ombra tutti e' popoli toscani - come ne scrisse Leon Battista Alberti - e fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname".
Ma chi era Filippo Brunelleschi, geniale artefice di tanta impresa? Nell'anno del seicentenario della Cupola lo scrittore e filosofo Sergio Givone, membro del consiglio dell'Opera del Duomo, ripercorre in un libro ("Fra terra e cielo", Solferino) la storia di quel capolavoro dalla parte del suo autore, artista visionario che sfidò le leggi della fisica e lo scetticismo dei contemporanei. Un genio assoluto, il fiorentino Brunelleschi, che nella sua città avrebbe creato altre opere celebri. Ma anche un uomo tormentato, al centro di rivalità e ostilità. Il cantiere della Cupola lo avrebbe impegnato fino alla morte, avvenuta nel 1446. Era da poco iniziata la costruzione della lanterna posta sulla sommità, conclusa vent'anni più tardi con la palla e la croce in bronzo di Andrea del Verrocchio.
Ornella Rossetto
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