"Fulvio Tomizza lo giudico mio padrino letterario. Perché se sono nato scrittore e ho pubblicato lo devo a lui, al suo incoraggiamento". Così, in una recente intervista, ci raccontava Diego Zandel, autore di molti libri sull'Istria e sulle vicende dolorose del confine orientale. Difficilmente un altro premio, quindi, avrebbe potuto fargli più piacere di quello creato dal Lions Club Trieste Europa per onorare la memoria di Tomizza, e celebrare personalità che si siano distinte nell'affermazione degli ideali di convivenza e di condivisione tra popoli e culture che furono del Tomizza uomo e scrittore.
Citando gli interventi fatti in occasione dell'annuncio di questa 19/ma edizione, che lo vede vincitore, Diego Zandel - origini fiumane, nato nel 1948 nel campo profughi di Servigliano, nelle Marche, e poi sempre vissuto a Roma - ha saputo incarnare lo strappo della storia, e ha sostenuto la memoria di genti costrette a lasciare la propria terra per le note vicende seguite alla seconda guerra mondiale, sublimando nella parola scritta la lacerazione della perdita di un mondo. Tuttavia - come ancora è stato sottolineato - lo scrittore si è rivelato anche capace di analizzare con imparzialità le ferite storiche che hanno diviso italiani e slavi, adoperandosi da tempo per una conoscenza reciproca delle due culture in questione.
Diego Zandel, che in qualità di editor è anche impegnato a promuovere in Italia le voci degli autori "rimasti" in Istria e a Fiume, è tornato da poco in libreria con un nuovo romanzo, "Eredità colpevole" (Voland), un giallo ispirato agli eccidi delle foibe.