Della penna di Ivan Cankar (nato a Vrhnika nel 1876 e morto a Lubiana nel 1918 dopo una vita di privazioni segnata dal carcere e dall'internamento per la sua propaganda antiaustriaca) si innamorò anche lo scrittore istriano Fulvio Tomizza, che per il Teatro Stabile del Friuli Venezia curò negli scorsi anni Novanta l'adattamento scenico della 'biografia di un idealista' "Martin Kačur", breve romanzo del 1906.
Nume tutelare della letteratura slovena moderna, Ivan Cankar (di padre, peraltro, triestino) lottò come scrittore contro ciò che riteneva la grettezza piccolo-borghese dei suoi compatrioti e per un ideale di equità sociale. Tema svolto con esiti particolarmente felici in quello che è considerato il suo capolavoro e che lo stesso autore prediligeva: "Il servo Jernej e la sua giustizia", novella del 1907 molto apprezzata anche dal futuro premio Nobel Eugenio Montale, secondo il quale Cankar vi si dimostrava "artista prima che prosatore o propagandista". Al centro del racconto c'è un vecchio contadino che per tutta la vita ha servito il padrone, ma alla morte di lui viene cacciato dalla casa e dai campi in malo modo. A chi appartiene il podere? A chi l'ha ereditato senza far nulla o a chi si è speso con amore per prendersene cura? Nessuno dà ragione a Jernej, che con lungo peregrinare giunge fino a Vienna, pensando di poter esporre il suo caso addirittura all'imperatore. Neanche il parroco si dimostra dalla sua parte, portandolo a dubitare della giustizia divina e della stessa esistenza di Dio. Finché, disperato, il servo torna alla fattoria e appicca il fuoco, trovando lui stesso la morte nel rogo. Parabola amara e attualissima, in questo racconto Cankar ha trasposto sulla carta l'umanità dolente del diseredato assetato di giustizia, con il suo grido di dolore universale, ciò che impedisce di ridurre la novella a un'interpretazione solo politica, e ne fa invece un'opera dal fascino senza tempo.
In italiano, il testo ha conosciuto più traduzioni, l'ultima delle quali è quella appena uscita da Marietti a cura di Maria Bidovec, docente di Lingua slovena all'Università di Napoli L'Orientale, insignita nel 2018 del riconoscimento dell'Associazione degli Slavisti sloveni. Giovedì 25 novembre il volume sarà presentato alla Biblioteca Europea di Roma, per iniziativa dell'Ambasciata della Repubblica di Slovenia nella capitale.