Centoventi esemplari potrebbero sembrare pochi, e invece sono moltissimi. Perché la pubblicazione di fine anno della Biblioteca centrale di Capodistria stavolta è diversa dal solito. Un libro tattile, pensato per soddisfare le esigenze dei bambini con diversa abilità visiva, un prodotto editoriale (se così si può chiamare) realizzato interamente a mano. Che ora verrà donato ad altre biblioteche pubbliche e a enti e associazioni che riuniscono persone cieche e ipovedenti. L'iniziativa fa parte di un progetto che va avanti da un po' di tempo, "Impariamo con le dita", e ha visto collaborare una pluralità di soggetti: dalla facoltà di Scienze della formazione dell'Università all'Associazione intercomunale ciechi e ipovedenti alla scuola Pier Paolo Vergerio il Vecchio fino alla Casa circondariale, e naturalmente la Biblioteca. Sono stati gli insegnanti dell'elementare italiana cittadina, coordinati da Ina Sulič (ideatrice del progetto), e alcuni gruppi di detenuti, a creare con un accurato e paziente lavoro questi particolari e colorati libriccini, costruiti con l'utilizzo di diversi materiali, dal legno alla carta, alla gomma. Per la Biblioteca centrale di Capodistria la pubblicazione degli "Indovinelli per dita curiose" ha un significato speciale, vuol essere - come ha dichiarato alla presentazione il direttore David Runco - un primo passo verso l'allestimento di raccolte librarie 'su misura', che rendano accessibili anche ad utenti con deficit visivi il piacere della lettura.
Ornella Rossetto