Una parola al giorno servita con il caffè, un sito e un servizio online per scoprire le meraviglie dell'italiano, arricchire vocabolario e pensiero. Origine, storia e significato di vocaboli noti e meno noti (tra gli ultimi: anodino, doglianza, calibro), spiegati e commentati con un linguaggio chiaro e accattivante.
Quando l'iniziativa è nata, nel 2010, erano iscritti alla newsletter pochi amici, oggi gli utenti sono 117 mila, racconta Giorgio Moretti, linguista fiorentino co-fondatore di Una parola al giorno. Questo pomeriggio sarà a Isola, e parlerà dell'importanza dell'etimologia per un uso consapevole della lingua italiana.
"Probabilmente il segreto del successo di questo progetto - spiega Moretti - è stato da un lato la nostra curiosità, perché siamo i primi utenti di questo servizio; dall'altro la nostra capacità di essere costanti e di non perdere un solo giorno di pubblicazione anche quando il nostro era semplicemente un hobby e non ancora l'occupazione principale".
I curatori del sito dedicano grande attenzione allo stile. "È stato sempre uno dei nostro obiettivi primari, quello di riuscire ad essere attraenti nella spiegazione di una parola. Il dizionario non è una lettura interessante, per quanto ci siano dentro tante nozioni davvero molto utili. Abbiamo cercato di distinguerci".
L'origine e la storia delle parole non hanno in genere molto spazio nella scuola. Ma forse in un'ora di lezione, e non solo quella di italiano, qualche minuto lo si può trovare. Un consiglio agli insegnanti? Risponde Moretti: "Usare il dizionario etimologico anche in classe trasforma le parole per chi le studia. Perché una parola quando la si incontra per la prima volta può essere veramente una scatola chiusa. Invece una piccola riflessione etimologica ci apre la scatola, ci fa capire come funziona quella parola, e quindi rende anche molto più accessibile il significato".
Giorgio Moretti sarà ospite a Palazzo Manzioli anche domani, per presentare il libro "Dante libera tutti". Entrambi gli incontri sono organizzati dal Consolato generale d'Italia e dall'Istituto dell'educazione di Capodistria, a cura della consulente pedagogica Marisa Semeraro.