"Un appuntamento fisso, molto seguito, iconico quasi, della promozione del Sistema Paese attraverso la lingua". Così, introducendo la conversazione in sala San Francesco, il console generale d'Italia a Capodistria Giovanni Coviello ha presentato la Settimana della lingua italiana nel mondo, dedicata per l'edizione 2022 al rapporto tra lingua italiana e giovani.
"Quest'anno - dichiara il console - è stato scelto un bellissimo tema perché i giovani rappresentano l'evoluzione del nostro Paese, quindi come si evolve la lingua ci evolviamo tutti insieme, si evolvono i valori dell'Italia e dell'italianità nel mondo; di conseguenza il veicolo per esportare tutti i nostri valori e ciò che rappresenta l'Italia nel mondo devono essere i giovani".
Ospite dell'iniziativa uno degli autori italiani più interessanti di oggi, il vicentino Marco Mancassola, scrittore e docente di scrittura creativa che vive da diversi anni a Londra, invitato a portare il suo personale punto di vista sul tema della SLIM e sul lessico dei nativi digitali, abituati a prendere in prestito tante parole dalla tecnologia e dalla lingua inglese. "Io credo - dice a Radio Capodistria - che laddove c'è creatività linguistica, non ho paura di come l'italiano si modifica. Ma laddove c'è soprattutto l'influsso tecnologico, ho paura che sia un cambiamento che subiamo, non che creiamo. Per cui subiamo il fatto che dobbiamo twittare, whatsappare, facebookare, googlare ecc. Se ci facciamo caso sono brand, nomi di aziende. E allora lì non c'è la nostra creatività, ma il nostro essere schiavi di un certo contesto economico, oggi".
Al giovane pubblico venuto ad ascoltarlo (studenti universitari, e molti allievi delle scuole superiori sia italiane che slovene del territorio), Mancassola ha anche parlato della trasposizione cinematografica del suo racconto "Un cavaliere bianco", ispirato a un fatto di mafia e approdato sullo schermo con il titolo "Sicilian Ghost Story", presentato al festival di Cannes nel 2017, e la cui proiezione ha concluso l'incontro. "Un film d'autore, senza sconti, non un film da blockbuster, però un film che si è fatto vedere, che ha suscitato interesse. Ma grazie al lavoro dei registi (Fabio Grassadonia e Antonio Piazza) e degli attori, io ho solo fornito il materiale d'inizio. Quando un autore ha il sogno di vendere la sua storia, deve sapere che lì finisce il suo lavoro. Poi diventa la visione dei registi ciò che conta".