Da "Covid-19" a "lockdown" a "distanziamento sociale" fino all'agognato "Vaccine Day", tante le nuove parole che nel 2020 sono entrate nel nostro uso quotidiano a causa della pandemia. Troppe per poterne scegliere una sola, quella in assoluto più rappresentativa, ha sentenziato per l'inglese britannico l'Oxford Dictionary, mentre l'altrettanto celebre dizionario Collins ha dichiarato parola dell'anno "lockdown", vocabolo che si è diffuso prepotentemente con il significato nuovo di 'misura di salute pubblica', un'esperienza che ha segnato la vita di miliardi di persone nel mondo intero. Per l'italiano, se vogliamo dare retta all'autorevole opinione del presidente dell'Accademia della Crusca Claudio Marazzini, la parola simbolo del 2020 potrebbe essere "Covid-19", perché, ha detto il professore in un'intervista, "è la causa di tutti gli altri neologismi con cui siamo stati costretti a fare i conti". "Covid-19", nome scelto dall'Organizzazione mondiale della sanità con criteri particolari che l'hanno reso un internazionalismo, contiene, fa notare Marazzini, la "d" di "disease", che significa 'malattia', la malattia provocata dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2, e questo spiega come mai il termine venga usato in italiano ora al maschile ora, sia pure meno spesso, al femminile, come a parere del linguista torinese sarebbe più corretto.
Di citazione in citazione, sia di buon auspicio condividere con tutti voi questi versi di Thomas Stearns Eliot: "Le parole dell'anno trascorso appartengono al linguaggio dell'anno trascorso / e le parole dell'anno a venire attendono un'altra voce".
Ornella Rossetto