Gabriele D'Annunzio, personaggio controverso ma pur sempre uno dei nostri maggiori poeti e scrittori del Novecento. Anzi "un grande, grande poeta d'Italia, d'Europa e del mondo", come ha voluto ricordare recentemente Claudio Magris, intervenendo nella polemica che ha accompagnato a Trieste l'inaugurazione della statua del Vate per il centenario dell'impresa di Fiume. I suoi meriti letterari, cioè, sono fuori discussione. Vero è che per il gusto, la lingua opulenta di D'Annunzio, la sua opera incontra oggi sempre meno lettori, ed è sempre meno studiata a scuola. Non può che sorprendere piacevolmente, quindi, l'edizione slovena delle "Novelle della Pescara", pubblicate per la prima volta sotto questo titolo nel 1902. D'Annunzio, ormai in piena maturità artistica, vi riunì i racconti a suo giudizio migliori fra quelli usciti fino ad allora. Lo sfondo e i personaggi sono quelli del natale Abruzzo, la narrazione di sapore verista: uomini e donne ritratti nella loro istintualità primitiva, alle prese con un destino che li colpisce con ferocia.
Ma perché proporre oggi "Le novelle della Pescara" al pubblico sloveno? Perché, spiega il traduttore Vasja Bratina, "nonostante Gabriele D'Annunzio sia annoverato fra i più importanti letterati italiani, noto a livello internazionale, poche sono le sue opere tradotte finora in lingua slovena. Le novelle scritte negli anni giovanili, un'epoca in cui sono attivi con analoghi racconti d'impronta realistica Ivan Tavčar e Janko Kersnik, offriranno al lettore sloveno l'opportunità di scoprire almeno in piccola parte la sua produzione letteraria".
La lubianese LUD Literatura, che manda in libreria il volume, è associazione culturale e casa editrice. Vasja Bratina ha tradotto altri importanti autori italiani come Umberto Eco e lo stesso Claudio Magris, oltre al Saviano di "Gomorra".
Ornella Rossetto