Napoletano verace, campione del teatro italiano Carlo Giuffrè ha calcato i palcoscenici per quasi 70 anni, ed è apparso in 85 film, con alle spalle una ricca storia di impegni televisivi. Stimato primattore nell’ambito della cultura d’autore con in testa i capolavori di Eduardo De Filippo, ma anche capocomico di grande talento in simbiosi con il fratello Aldo scomparso nel 2010 negli anni delle pièce umoristiche da cui prese avvio la sua arte e che poi rilanciò in tempi più recenti, dando voce alle infinite risorse di testi d’autore italiani. La scena è stata per Carlo Giuffrè il motivo del suo esistere, tanto da desiderare, ormai sulla soglia dei novant’anni, di morire sul palcoscenico, come Moliere. E fino all’ultimo aveva proseguito con il suo ultimo spettacolo, La lista di Schindler, replicato fino al 2015, tratto dal libro che ispirò il film di Spielberg. Personaggio eduardiano per eccellenza, teatro in cui si riconosceva, protagonista di testi memorabili come Le voci di dentro, Napoli milionaria, Non ti pago, Natale in casa Cupiello, Questi fantasmi, Il sindaco del rione Sanità, Giuffrè non amava troppo il cinema che aveva fatto, e sono in tutto 85 film, ma ricordava con affetto i registi con cui aveva lavorato, Rossellini, Germi, Liliana Cavani, Monicelli, Risi, Steno, Salce. Carlo Giuffrè ci lascia oggi il ricordo di un volto ironico e placido che riassume il carattere di una città che è anche un’idea di vita.
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