Quando, nella primavera di due anni fa, il pubblico delle mostre si ritrovò a Palazzo Gravisi per festeggiare Vojc Sodnikar Ponis, pochi sapevano del ritorno del male che di lì ad alcuni mesi lo avrebbe portato via, ad appena sessant'anni, lasciando il 'milieu' artistico regionale un po' più povero e un grande vuoto nei tanti che lo avevano conosciuto e stimato.
Il bel volume che gli dedica Graziella Ponis, amata compagna, torna ora a parlarci del talento e dell'autenticità di questo sensibile artista, nato a Lubiana e innamorato dell'Istria, che aveva fatto della pietra il materiale d'elezione delle sue opere. Una pietra che la sua manualità preziosa rendeva prodigiosamente "morbida e leggera" (per citare il titolo di una sua rassegna). Una pubblicazione ("Vojc Sodnikar Ponis Svojc", con testi in italiano e sloveno) ricca di testimonianze, di contributi critici, di fotografie di un ventennale percorso artistico, a cui si aggiungono ricordi di amici e familiari, per un ritratto anche più personale dell'uomo oltre che dello scultore, con la sua passione per la vita e per la cultura, benvoluto da tutti.
Serata densa di emozioni, ieri, per la curatrice, che ha ringraziato, commossa, le tante persone che l'hanno aiutata a realizzare il suo desiderio, pubblicare un libro a ricordo di Vojc. "Perché il tempo passa velocemente - dice la professoressa Ponis al nostro microfono - ed è normale che i ricordi tendano un po' a svanire. Volevo che rimanesse qualcosa, per lui. E poi sono molto contenta che la presentazione possa svolgersi proprio qui, in questo ambiente che era per l'intera città e anche per Vojc un punto d'incontro e che ha ospitato la sua ultima mostra. Credo che lui ne sarebbe felice".
A portare il saluto della Comunità degli italiani di Capodistria in occasione dell'incontro con i critici Andrej Medved ed Enzo Santese affiancati da Irena Urbič è stata la vicepresidente Ondina Gregorich. "Si vuole ricordare la persona ma anche l'amico, il socio della Santorio Santorio: un onore averlo avuto fra noi, sempre presente, anche nella nostra parlata. Il suo ricordo rimarrà indelebile".
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