Ed eccola "restituita alla sua primitiva bellezza" la Ebe, simbolo dell'eterna giovinezza, coppiera degli dei. Risorta dai frammenti in cui era stata ridotta dal bombardamento su Bassano del 24 aprile 1945, un intervento ritenuto a lungo impossibile, e che si è ora potuto realizzare grazie alle nuove tecnologie di scansione 3D. Il gesso, tra i più belli e affascinanti di Antonio Canova, ha ritrovato la sua forma e la sua grazia con un importante restauro finanziato dai Rotary di Bassano e Asolo Pedemontana, un'impresa a cui ha collaborato anche la città di Forlì, dove si trova la versione marmorea di Ebe cui il gesso bassanese è collegato. Della giovane dea, figlia di Zeus e di Era, il maestro neoclassico eseguì infatti quattro versioni in marmo, basandosi su due diversi modelli in gesso. Dal prossimo 4 novembre questo capolavoro ritrovato sarà al centro di una mostra al Museo civico di Bassano del Grappa ("Ebe Canova", fino al 30 maggio 2022). E a rendere omaggio allo scultore di Possagno, del quale il prossimo anno ricorre il bicentenario della morte, è anche la Biblioteca civica, che ha digitalizzato l'intero fondo di manoscritti canoviani in suo possesso, rendendoli così liberamente fruibili in rete: migliaia di lettere, quaderni di appunti e altri scritti, carte preziose donate a Bassano dopo la morte di Canova dal fratellastro Giambattista Sartori, insieme agli album dei disegni, la raccolta di incisioni in volume e la biblioteca personale dell'artista.
"Omo senza lettere" come si definiva (ma conscio sin da giovane della sua grandezza di scultore), in realtà Canova ha accumulato negli anni un epistolario immenso con corrispondenti e su argomenti tra i più diversi: da quelli più privati, legati agli affetti familiari, all'attività professionale e i contatti con i committenti, agli obblighi derivanti dai suoi numerosi incarichi pubblici. A Roma, dove arriva a 26 anni nel 1779 e diviene in poco tempo una celebrità, Canova è nominato Ispettore delle Belle arti, titolo che prima era stato di Raffaello, e durante la dominazione napoleonica direttore dei Musei Vaticani. Nel 1815, inviato a Parigi, riuscirà a ottenere dai francesi la restituzione di molte opere 'bottino' di Napoleone.