Quando Mario Schittar morì, neppure trentenne, nel 1890, il suo concittadino Arturo Cafieri, anche lui poeta in dialetto e di qualche anno più giovane, lo ricordò così:"Amava el sol, el mar, el ziel e la natura, la sua zità natal e la sua jente". A Schittar, conosciuto con lo pseudonimo di Zuane de la Marsecchia, e capostipite di quel filone dialettale che annovera anche a Fiume diversi interpreti, è dedicato un volume fresco di stampa dell'Edit, "Rime de Fiume". Volume che, suddiviso in due parti (la prima contiene una commedia, "El trionfo de San Micciel"), fa seguito alla raccolta di versi, uscita nel 2017, di "Joze fiumane" di Egidio Milinovich, come Schittar innamorato della Cittavecchia di Fiume e del suo vernacolo, ma vissuto in tempi molto più vicini a noi (è scomparso nel 1981).
Due nuove pubblicazioni - spiega a Radio Capodistria Lilly Venucci Stefan, responsabile di Edit Libri - con le quali si è voluto riaffermare il valore del dialetto, testimone prezioso di storia civile e culturale, e dedicare uno spazio al fiumano, che a differenza delle parlate istriane non è molto rappresentato nelle collane della casa editrice. I due volumi saranno presentati nel corso di un'unica serata che si svolgerà il prossimo martedì 4 dicembre a Palazzo Modello, sede della Comunità degli italiani di Fiume, e a cui parteciperanno le autrici delle rispettive prefazioni, Kristina Blecich per Milinovich e Martina Sanković-Ivančić per Schittar.
Attraverso l'opera dei due autori, che al di là del comune, profondo attaccamento alla città natale non si potrebbero immaginare più diversi - spirito bohemien Mario Schittar, che aveva studiato all'Accademia delle Belle arti di Venezia, operaio del Silurificio e della Manifattura tabacchi Egidio Milinovich - si colgono anche le trasformazioni subite nel corso di oltre un secolo dal dialetto fiumano, "un dialetto - conclude Lilly Venucci Stefan - che negli ultimi decenni si è evoluto, è cambiato, e purtroppo si parla sempre meno".