La vicenda, un esempio di ingiustizia clamoroso, che indignò l’opinione pubblica mondiale e in tempi più recenti venne ripresa e rielaborata al cinema, ricordiamo il film di Giuliano Montaldo, e in campo musicale con il brano musicato da Ennio Morricone e cantato da Joan Baez, viene narrata in questa occasione teatrale con un approccio drammaturgico che sceglie di portare in scena due soli attori – Raffaelle Braia e Valerio Tambone, che raccontano, recitano e cantano gli scontri, l’amicizia e i sette anni di carcere di due anarchici italiani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. L’uno pescivendolo e l’altro operaio. Nell’America degli anni Venti vennero ingiustamente condannati a morte per rapina e duplice omicidio e giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927. Vittime innocenti dei pregiudizi, del potere borghese, dei media e soprattutto di una giustizia che non li scagionò nemmeno di fronte all’evidenza. Lo spettacolo restituisce il ritratto di due uomini onesti e utopisti, il loro sogno di riscatto sociale e di libertà.
Miro Dellore