Dante ci ha lasciato 700 anni fa, eppure la sua parola è ancora "fresca di giornata", come l'Accademia della Crusca titola l'appuntamento che, ogni giorno per tutto il 2021, accompagnerà i lettori del bel sito dell'Accademia in una passeggiata tra le parole del poeta, substrato del nostro italiano. Perché la lingua del suo grande poema, la Commedia che con il Boccaccio chiamiamo Divina , è sostanzialmente la nostra: ben l'80% delle parole che usiamo oggi, nell'italiano di tutti i giorni, è già in Dante, senza contare le tante parole coniate o diffuse da lui che si continuano fino ai nostri giorni come "accidioso", "contrappasso", "squadernare", "trascolorare", "trasmutare", "trasumanare". O i modi di dire del tipo "le dolenti note", "senza infamia e senza lode", "pagare il fio" , "il ben dell'intelletto", che impieghiamo senza sapere chi ne sia stato autore. O ancora i latinismi, anch'essi spesso insospettabili. Prendiamo, per esempio, la parola "quisquilia": la si potrebbe credere moderna, magari un'invenzione di Totò, che la citava in una sua celebre battuta, invece si tratta di una parola dotta che si divulgherà proprio attraverso Dante.
Ma quella della Crusca è solo una delle tante iniziative di un anno dantesco che promette eventi di ogni genere, in Italia e all'estero. Uno dei più importanti sarà il Dantedì, la giornata nazionale dedicata all'Alighieri, che celebrerà la sua prima edizione il prossimo 25 marzo, dopo il "numero zero" della scorsa primavera, svoltosi unicamente online a causa del lockdown. La pandemia ha cambiato i progetti culturali del 2020, ora ci si affaccia al 2021 con la speranza di realizzarli. E mentre si attende la riapertura dei musei, sul sito delle Gallerie degli Uffizi una mostra tutta virtuale presenta le preziose illustrazioni cinquecentesche della Commedia del pittore Federico Zuccari, che affrescò la Cupola di Santa Maria del Fiore. Titolo dantesco e beneaugurante, "A riveder le stelle".
Ornella Rossetto