Ha fatto scalo a Capodistria il ciclo di consultazioni pubbliche che il Ministero sloveno della cultura ha avviato nel mese di marzo per ascoltare la voce dei territori in vista del varo del nuovo Piano nazionale per il settore previsto entro l'anno. Undicesimo e penultimo appuntamento della serie, non manca ora che la capitale, Lubiana.
Ed è stato un incontro molto partecipato quello che ha visto la ministra Asta Vrečko affiancata da alcuni collaboratori a confronto in sala San Francesco con rappresentanti di istituzioni pubbliche, associazioni culturali, lavoratori autonomi nel campo della cultura. Molte sono state le istanze e i problemi messi a fuoco nei diversi interventi. Franco Juri, direttore del Museo del mare di Pirano, ha sottolineato l'importanza di una legge che metta ordine nel settore della museologia, ma ha anche lanciato l'allarme sull'esiguità di finanziamenti e i rischi di degrado delle saline di Sicciole e del Museo dei salinari, uno dei cinque monumenti culturali di interesse nazionale della nostra regione: "Il nostro auspicio è che la ministra si adoperi con maggiore impegno e maggiore proattività, e penso che siamo stati sentiti".
C'è poi il caso, che lo stesso Juri ha sollevato, ma ripreso anche in altri interventi, del Festival Tartini, nota rassegna musicale piranese, sottofinanziata dal Comune ma ora rimasta anche senza il sostegno dei fondi ministeriali. "È un fatto preoccupante, tanto più che, come abbiamo sentito, il no da parte di Lubiana - dice Juri - è dipeso dal giudizio di una commissione. E qui c'è stata la critica - che la ministra ha direi condiviso - per una mancanza di trasparenza".
Altra questione emersa all'incontro, la carenza di spazi di cui soffre l'Archivio regionale di Capodistria, proposta all'attenzione della ministra dalla direttrice Nadja Čibej. Ma se c'è un problema che è stato evidenziato su tutti è stato proprio quello dei bandi, che restano poco accessibili per le associazioni, come, fra gli altri, gli Amici della musica. Sburocratizzazione, insieme a decentralizzazione, la parola d'ordine degli operatori culturali.
Numerosi, da parte dei partecipanti, sono anche stati i riferimenti al carattere bilingue e multiculturale del territorio, alla sua vocazione di 'ponte', a un naturale retroterra costituito da un lato dall'Italia e dall'altro dalla Croazia, con il quale vi sono regolari scambi anche in assenza di finanziamenti ad hoc, come ha detto Irena Urbič del Forum Tomizza. La cultura slovena, ha concordato la ministra Asta Vrečko, è espressione di varie etnie e non solo degli sloveni, il ministero appoggia con convinzione la collaborazione internazionale e sostiene per quanto nelle sue possibilità la minoranza italiana.