Un grande studioso, e un uomo - a detta di tutti quello che lo conobbero e frequentarono - cordiale, affettuoso, di una gentilezza d'altri tempi. A distanza di vent'anni dalla scomparsa, è ancora vivo il ricordo di Bruno Maier, insigne critico e storico della letteratura italiana, un'autorità riconosciuta nel campo degli studi su Italo Svevo e sulla letteratura triestina, ma anche un conoscitore profondo e commosso del panorama culturale e letterario della sua Istria, a cui ha dedicato una parte importante della sua attività saggistica. È a Bruno Maier, professore ordinario di letteratura italiana e letteratura moderna e contemporanea all'ateneo giuliano, che dobbiamo un ancora fondamentale compendio di letteratura italiana dell'Istria dalle origini al Novecento uscito a Trieste nel 1996: un'opera in cui l'odierna letteratura dei "rimasti" (quella, per intenderci, successiva al '"cataclisma" dell'esodo) si configura per la prima volta come parte integrante del panorama letterario nazionale italiano.
Esule pure lui dalla nativa Capodistria, Maier (come scrisse su "Panorama" di Fiume Alessandro Damiani) "si adoperò con autentica passione per comprendere, stimolare e divulgare questa novità assoluta della cultura italiana, seguendo con generosità umana e rigore disciplinare gli sviluppi di un processo endogeno". Conferenziere di pregio nelle varie sedi delle Comunità degli italiani dell'istria e di Fiume, tra i promotori (nel 1967) del Concorso d'arte e di cultura Istria Nobilissima di cui ha presieduto per molti anni le giurie e curato i volumi antologici, Bruno Maier ha inoltre diretto la collana Biblioteca istriana, inaugurata alla fine degli anni Settanta da una raccolta di poesie in dialetto rovignese di Ligio Zanini: due iniziative che ebbe modo di curare particolarmente quale presidente, dal 1983 al 1998, dell'Università popolare di Trieste, dove svolse un'intensa attività culturale per il mantenimento dell'identità italiana in Istria e a Fiume, prodigandosi in una proficua collaborazione con le istituzioni degli italiani di Slovenia e Croazia.
Nel 2022 cadranno i cent'anni dalla sua nascita, e certo non mancheranno le occasioni per ricordarne la figura.