Pensato per i più piccoli, sorprenderà i grandi "Il petalo di rosa", racconto in versi e in prosa di Scipio Slataper, ora riproposto in un libriccino, deliziosamente illustrato da Alessandro Coppola, per i tipi della casa editrice Lisciani. "Una fiaba che è un piccolo gioiello, poco noto", ne dice il curatore Livio Sossi, esperto di letteratura giovanile, uscita per la prima volta sul "Giornalino della domenica", storica rivista per ragazzi, nel 1909 e mai prima d'ora pubblicata in volume. "Come in altri testi per l'infanzia dello scrittore triestino, i personaggi sono elementi della natura umanizzati e personificati. Uno di questi è il vento cattivo che vuole trascinare il petalo con sé. Una bellissima metafora della vita e della nascita, un racconto carico di poesia".
Ma come si spiega l'interesse di Slataper per i giovani lettori? Che cosa lo spinge a scrivere per i bambini? "Slataper ha sempre avuto questo interesse, tanto che nel libro ho selezionato un secondo racconto", spiega Livio Sossi, "è un interesse che nasce dalla vicinanza di Slataper al mondo del bambino". E non si tratta, come si potrebbe credere, di uno Slataper minore. "Questa parte della sua produzione ci rivela piuttosto un aspetto meno noto dell'autore del "Mio Carso"; del resto tra le fiabe e il romanzo i rimandi sono continui".
Cent'anni dopo, il "Petalo di rosa" mantiene intatto il suo fascino e la sua magia, e potrà coinvolgere anche le nuove generazioni di lettori.
Ecco un breve frammento:
"Il vento cattivo si fermò proprio là, vide il petalo nuovo e lo accarezzò con quelle sue manacce villose, zufolando:
Hu hu, che bamberottolo
rosso, signora verdura!
È figlio del sole, comare?
Il sole è calato nel mare,
e l'aria s'oscura s'oscura
e il figlio del sole ha paura.
Hu hu.
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