Una delle interpreti più famose e amate del cinema italiano, musa di Hitchcock e di Visconti, icona di talento e di fascino lungo una stagione professionale che si è dipanata dai 'telefoni bianchi' fino al Leone d'oro alla carriera a Venezia, passando anche per Hollywood.
Semplicemente Alida Valli, nome d'arte di Alida Maria Altenburger, nata a Pola nel 1921, la baronessa che aveva gli occhi più belli del mondo. Rivive nella mostra fotografica - proveniente dall'Archivio Carlo Montanaro - "Sguardi", accolta da oggi e fino al 19 gennaio nella Casa del cinema di Trieste.
Una mostra - realizzata in collaborazione con l'Università popolare triestina - fatta di immagini e parole: alla galleria dei suoi ritratti e alle fotografie che la colgono sulle scene dei suoi tanti film, da "Piccolo mondo antico" a "Senso", al "Caso Paradine" a "Il grido", si accompagnano le testimonianze dell'attrice (morta nel 2006 all'età di 84 anni), dei registi e degli attori che la ricordano, tratte dal bel documentario "Alida" che Mimmo Verdesca le ha dedicato in occasione del centenario della nascita, e circuitato anche in Istria.
Il documentario, che racconta la storia di Alida Valli attraverso interviste, fotografie, riprese private di famiglia e le parole inedite lasciate nelle sue lettere e nei suoi diari, apre stasera, alla presenza del regista, una rassegna cinematografica ideata a fianco dell'esposizione. Ospitata al Teatro Miela, proporrà altri quattro titoli, a cominciare da "Senso" (1954), il film capolavoro di Luchino Visconti, in cui l'attrice, al culmine della bellezza e del talento, impersona l'indimenticabile Livia Serpieri, la contessa che tradisce la causa della liberazione nazionale per amore di un ufficiale austriaco. E ancora "La grande strada azzurra" (1957), dramma sociale di Gillo Pontecorvo girato sulla costa istriana, dove lei è la moglie del pescatore di frodo Yves Montand; e poi "Strategia del ragno"(1970) di Bernardo Bertolucci e "Il grido" (1957), in cui fu diretta da Michelangelo Antonioni.
Tutte le proiezioni sono gratuite, così come l'ingresso alla mostra.