Capodistria, e con essa la comunità nazionale italiana, è vissuta ieri con il cantautore romano Simone Cristicchi. In occasione della sua presenza in città, dapprima con i ragazzi e gli studenti delle scuole elementari e medie superiori del Capodistriano e del Buiese e quindi in serata per proporre ad un pubblico più diversificato il suo modo d'essere, il suo credo artistico e la sua filosofia di vita. E' stata una presenza molto gradita in regione e pregna di significati. E' persino riuscita a dare nuovo slancio all'attività delle nostre comunità autogestite comunali, coordinate da quella costiera, ad allargare il bacino di utenza della nostra comunità nazionale e a far riflettere sulle prospettive di una maggiore unitarietà d'intenti e di buone pratiche della nostra comunità. Stimolato con sensibilità e competenza dalla giornalista di TV Capodistria, Martina Vocci, Cristicchi ha svelato al pubblico la sua maniera, oltremodo personale, di fare musica e di produrre spettacoli, la sua voglia di portare sul palcoscenico personaggi poco conosciuti o segnati dal disagio. Monologhi con approcci originali, diversi dal teatro canzone di Gaber o dal teatro denuncia di Paolini. Si è soffermato, tra l'altro, sul grande successo di "Magazzino 18", oltre 200 repliche in Italia e all'estero, in cui con grande sensibilità e intelligenza ha trattato una pagina dolorosa e controversa della storia del Novecento, ma ha detto anche che da giovane avrebbe voluto fare l'archeologo per il suo desiderio di andare a scavare a fondo per scoprire la verità delle cose. Due incontri da non dimenticare quelli di ieri a Capodistria, iniziati con "Ti regalerò una rosa" e conclusi in bellezza con una bella versione di "Emozioni" di Lucio Battisti.