Con "Figlie di Sherazade. Raccontare per salvarsi la vita" in programma stasera sul palco del Teatro Miela vanno in scena due storie di giovani donne che non rinunciano a lottare contro un destino che sembra già segnato e si raccontano perché altre donne possano trovare il coraggio di seguire il loro esempio.
Scritto, diretto e interpretato da Chiara Casarico e Tiziana Scrocca, questo spettacolo che è stato finalista al Festival internazionale 2007 di Lugano intreccia i monologhi di Aysha, una giovane turca nata in Germania ma destinata in moglie a un cugino come vuole la tradizione del suo Paese, e di Zoya, una ragazza afghana rifugiata in Pakistan dopo che i suoi genitori sono stati uccisi dai talebani. L'obiettivo è quello di mettere l'accento sulla condizione del genere femminile e le sue ineguaglianze in diverse parti del mondo, sui diritti negati delle donne e sull'importanza dei percorsi di solidarietà e della presa di coscienza da parte di tutti. Al termine della rappresentazione seguirà un commento incentrato sul tema della violenza contro le donne.
E in occasione del 25 novembre il Teatro Miela contribuisce alla sensibilizzazione rispetto a quella che purtroppo è ancora una realtà diffusa da combattere con uno spettacolo di propria produzione che dopo Pordenone tocca stasera il Pasolini di Cervignano, "Io non sono un numero", di Laura Bussani e Sabrina Morena. Una pièce che nasce per indagare cosa si nasconde dietro alle statistiche che quotidianamente ci raccontano di donne uccise da chi diceva di amarle.
Perché se i numeri sono lo strumento più adeguato per capire la realtà, allo stesso tempo rappresentano anche uno strumento utile per ridurre a oggetto le persone, privandole della loro individualità. Lo spettacolo nella versione online è stato presentato nelle scuole superiori di Trieste e di Pordenone.