"Un maestro che ci ha fatto conoscere non solo l'arte della musica ma anche il valore della vita". Con queste parole nel maggio di tre anni fa, in occasione della sua scomparsa, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, interpretando il sentimento di tutti, rendeva omaggio a Ezio Bosso, compositore e pianista che fu anche per un breve periodo direttore del lirico Giuseppe Verdi. La tenacia con cui l'artista torinese - esploso come fenomeno al Festival di Sanremo nel 2016 - aveva continuato a fare musica nonostante la malattia che lo affliggeva aveva commosso l'Italia.
Cinque appuntamenti adesso lo ricordano. A Bosso, che festeggiava il compleanno il 13 settembre, è dedicato un calendario di concerti ed eventi fra Napoli, Milano, Trieste e Roma e anche un album postumo ispirato a Emily Dickynson, una delle sue poetesse preferite, in uscita a fine mese. A Trieste, al Teatro Verdi, l'appuntamento è per mercoledi', giorno esatto dell'anniversario della nascita (sarebbero stati 52), con l'anticipazione dell'uscita discografica incentrata sul repertorio per piano solo, "Lighting Bosso": il pianista Francesco Libetta, "aristocratico poeta della tastiera" secondo la definizione che ne ha dato il New York Times, presenterà la sua interpretazione di alcuni dei grandi classici di Bosso - si ascolteranno pagine da Čajkovskij a Bach, da Philip Glass a Beethoven - oltre alla trascrizione, curata da Libetta, della prima sinfonia di Ezio, "Oceans", registrata da quest'ultimo nel 2012 con la Filarmonica del Regio di Torino.
Precedono il concerto serale alcuni incontri pomeridiani nella Sala del Ridotto con critici musicali e altri esperti che illumineranno la figura e l'opera di Ezio Bosso.